Il capitone fritto è uno dei piatti tipici della cucina napoletana, che si prepara sia per la vigilia di Natale che per il cenone di Capodanno. Si tratta di un’anguilla di grandi dimensioni, tagliata a pezzi e fritta in olio bollente, accompagnata da foglie di alloro. Ma perché proprio il capitone? Qual è il significato di questa tradizione?

Il capitone e “Virgilio Mago”

La scelta del capitone non è casuale, ma ha a che fare con una leggenda che coinvolge il grande poeta latino Virgilio, considerato dai napoletani come un mago e un protettore della città. Secondo la leggenda, Virgilio fu chiamato a soccorrere gli abitanti del quartiere Pendino, terrorizzati da un enorme serpente che si aggirava tra i vicoli, mordendo e uccidendo chiunque incontrasse. Virgilio, con la sua saggezza e la sua magia, riuscì a addormentare il mostro pronunciando delle parole arcane, e lo trasformò in un capitone. Da allora, il capitone divenne il simbolo della vittoria sulla paura e sul male, e il suo consumo divenne un rito propiziatorio per allontanare le sventure.

Il capitone e Federico II di Svevia

Un’altra curiosità riguarda l’origine del capitone in cucina. Secondo le fonti storiche, fu l’imperatore Federico II di Svevia, appassionato di anguille, a introdurre questo pesce nel menù del pranzo offerto ai suoi funzionari nel 1240, in occasione delle Novae Constitutiones, le nuove leggi che regolavano il regno. Il capitone proveniva dal Lago di Lesina, in Puglia, dove Federico II aveva una delle sue residenze preferite. Da allora, il capitone si diffuse tra le tavole dei nobili e dei borghesi, e poi tra quelle del popolo, diventando una specialità tipica della cucina napoletana.

Il capitone e il simbolismo del serpente

Il capitone, oltre ad essere un piatto gustoso, ha anche un forte valore simbolico, legato alla figura del serpente. Il serpente, infatti, è un animale che ha affascinato e spaventato molte culture, per la sua forma, il suo veleno, la sua capacità di cambiare pelle. Il serpente rappresenta la vita e la morte, il bene e il male, il sacro e il profano, il ciclo eterno delle cose. Il serpente è anche il protagonista di uno dei simboli esoterici più antichi e diffusi: l’Ouroboros, il drago-serpente che si morde la coda, simbolo di infinito, di rinascita, di rinnovamento spirituale, ma anche di iniziazione agli arcani della natura. Il capitone fritto, quindi, non è solo un piatto, ma un rito, un modo per celebrare la fine e l’inizio di un anno, per augurarsi fortuna e prosperità, per onorare la storia e la magia di Napoli.

Ricetta del capitone fritto

Se volete provare a preparare il capitone fritto in casa, ecco gli ingredienti e la procedura da seguire:

Ingredienti:

  • 1 kg di capitone eviscerato
  • qualche foglia di alloro
  • farina di semola rimacinata
  • olio di semi di arachide per friggere
  • sale q.b.

Preparazione:

  • Pulire i capitoni, privandoli prima della testa e poi delle interiora. Tagliarli a tocchetti della lunghezza di 10 cm circa. Asciugarli con carta assorbente prima di passarli nella farina di semola rimacinata.
  • Friggerli in abbondante olio di arachidi bollente a fuoco medio-alto fino a che non diventano dorati. Scolarli con l’aiuto di una schiumarola e adagiarli su fogli di carta assorbente per fargli perdere l’olio in eccesso. Salarli e servirli subito su un piatto da portata, decorato con le foglie di alloro.
  • Buon appetito e buon anno! 🎉

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